Campomaggiore si trova in provincia di Potenza, in Basilicata ed è un paese noto in particolare per il vecchio centro abitato (denominato “Campomaggiore Vecchio”), considerato in passato un luogo vivibile, pacifico e all’avanguardia per i suoi tempi.
Per tale motivo, veniva chiamato “città dell’utopia” ma, a causa di una frana, il nucleo originario fu abbandonato nel 1885.
Oggi è quindi un ‘borgo fantasma‘, affascinante e suggestivo da visitare.
Nel periodo estivo, viene organizzata anche una manifestazione di rievocazione dell’antica ‘Città dell’utopia’.
Le origini del paese e l’utopia della famiglia Rendina
Il paese di Campomaggiore ha origini romane, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nelle località Chiapparro e La Macchia.
La costruzione del paese iniziò alla fine del Settecento, ideata dall’architetto Giovanni Patturelli, allievo del Vanvitelli.
La famiglia potentina Rendina scelse la disposizione delle case a scacchiera, ponendo la chiesa e il palazzo del feudatario l’uno di fronte all’altro nella Piazza dei Voti.
Agli abitanti fu assegnato un pezzo di terra da coltivare a uliveto o vigna, per attrarre nuovi abitanti e poter far valere i propri diritti feudali.
Nel 1833 era un paese all’avanguardia: era una delle prime località ad avere una stazione ferroviaria, un cimitero, una grande fontana come lavatoio, vari frantoi dislocati sul territorio e il comando delle forze armate.
Il paese fu distrutto da una frana nel 1885 e venne poi ricostruito nel sito attuale, circa 400 m più in alto, a 5 km dalle rovine del vecchio paese.
I cittadini, fedeli alla vecchia architettura, hanno rispettato la pianta a scacchiera: al centro del paese ci sono ancora la chiesa e il palazzo comunale e gli abitanti sono ancora legati all’agricoltura del vino e degli ulivi.
Curiosità: Campomaggiore è il comune meno esteso della Basilicata, con i suoi 12,24 km² di estensione territoriale.