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VENOSA (Potenza), patria del poeta latino Orazio: cosa visitare nel borgo e nei dintorni

by in4dcen8

Sito preistorico, parco archeologico, catacombe Ebraico – Cristiane, dimore storiche, musei e chiese: questa è l’offerta culturale che Venosa mette a disposizione dei visitatori.

Venosa è un comune di circa 12.000 abitanti in provincia di Potenza, nell’area del Vulture.
Dal 2002 è uno dei 37 comuni dell’associazione “I borghi più belli d’Italia“, per la presenza di un Borgo antico di pregio storico e architettonico.

Venosa (Potenza) – centro storico – foto di Alfredo Valente

La cittadina si trova ai confini con la Puglia ed è situata su un pianoro a 415 metri sul livello del mare. Venosa è la città più antica della Basilicata, come testimoniano armi e suppellettili preistoriche rinvenute nei dintorni e conservati nel Museo “Lapidarium Venusinum”, ubicato nella Foresteria della Chiesa della SS. Trinità.

Le origini di Venosa sono remote. Il sito preistorico di Notarchirico che si trova a pochi chilometri dal centro abitato è il più antico della Basilicata. Ha restituito numerosi resti fossili di animali estinti, il femore dell’homo erectus e numerosi strumenti litici.

Fondata dai Romani, Venosa è la patria del poeta latino Orazio

La città fu fondata dai romani nell’anno 291 a.C. per poter controllare la valle dell’Ofanto e la via Appia. Dopo la vittoria sui Sanniti i Romani dedicarono la città a Venere, divinità cara ai vinti.

La storia della città a partire da questa data è legata alla storia di Roma che la eleva a “Municipium” (città romana), estendendo il diritto di voto e di cittadinanza ai suoi abitanti.

Qui nacque e trascorse la sua adolescenza il grande poeta latino Quinto Orazio Flacco; oggi, nel sito risalente al I secolo d. C., si possono vedere i resti di quella che è nota come casa di Orazio.

Il Castello aragonese e il Museo archeologico

E’ del 1470, costruito da Pirro del Balzo, su modello del Maschio angioino di Napoli, con loggiato del primo rinascimento.
Ha pianta quadrata, con torri cilindriche angolari ed è circondato da un fossato.

Sulla Torre Nord-Ovest sono murati, verso la sommità della stessa, due stemmi in pietra dei Del Balzo. Attualmente si entra al castello attraverso un ponte.

Nel castello è ubicato il Museo Archeologico Nazionale “Mario Torelli”, situato in piazza Castello: a maggio 2021 è stato inaugurato il nuovo allestimento del museo.

Venosa (Potenza) – castello Pirro del Balzo – foto di Alfredo Valente

Abbazia della SS. TrinitàIncompiuta di Venosa

Il complesso della SS. Trinità con la famosa “incompiuta” di Venosa si trova nel Parco Archeologico di Venosa, sulla Strada provinciale 18 Ofantina, 13 adiacente alla chiesa di San Rocco – Venosa (PZ).

L’area archeologica comprende i resti monumentali della colonia latina di Venusia, fondata nel 291 a. C., tra cui l’impianto termale del I sec. d.C. e ristrutturato fino al III sec. d.C.; i quartieri abitativi, tra cui una domus con mosaici; un isolato delimitato da due assi viari basolati.

Ma ciò che colpisce maggiormente il visitatore è l’Abbazia della SS. Trinità, che racchiude fra le sue mura una chiesa antica (o chiesa ‘vecchia’) anteriore da cui si accede all’intero complesso, fondata in data precedente al X sec. e oggetto di numerosi interventi nei secoli successivi; una chiesa incompiuta, di dimensioni molto ampie (su una superficie di 2073 metri quadrati) la cui costruzione, iniziata nel sec. XI, non fu mai portata a termine.

L’Abbazia comprendeva in origine solo la Chiesa antica e venne edificata dai monaci Benedettini prima della venuta dei Normanni. Il nucleo originario è costituito da una basilica paleocristiana (V e il VI secolo) su cui, in precedenza, sorgeva un tempio pagano dedicato a Imene. Nel 1059 venne consacrata da papa Niccolò II e Roberto il Guiscardo volle far diventare la chiesa il sacrario degli Altavilla; per tale motivo, fece portare all’interno le salme dei suoi fratelli Guglielmo “Braccio di Ferro”, Umfredo e Drogone. Lo stesso Roberto il Guiscardo verrà sepolto qui.

Nel palazzetto della “Foresteria” annesso al primo piano, dove si può visitare il “Museo lapidario”, in cui sono stati raccolti tutti i frammenti architettonici e le lapidi ritrovati nell’ambito del complesso.

Vi è anche un “Museo del Territorio”, dove sono documentati i possedimenti del Baliaggio (giurisdizione) della SS. Trinità e degli altri Ordini religiosi presenti a Venosa nei secoli XVIII e XIX.

Per informazioni:
Tel. +39 0972 36095 – http://www.musei.basilicata.beniculturali.it/

Venosa (Potenza) – Chiesa della SS. TrinitàIncompiuta – foto di Alfredo Valente

Chiesa e Convento di S. Domenico

Il Convento e la Chiesa risalgono al XIII sec.. La Chiesa fu poi restaurata da Pirro del Balzo (signore di Altamura, il traditore della Congiura dei Baroni (1485)), quando demolì la Cattedrale di S. Felice ed è stata nuovamente restaurata e riconsacrata nel 1737. Notevoli furono i danni provocati dal terremoto del 1851.

Il convento fu in parte demolito per la costruzione di Piazza Orazio ed in parte rimaneggiato mediante la costruzione di una nuova cortina sulla stessa piazza.

Venosa (Potenza) – Chiesa e Convento di S. Domenico – foto di Alfredo Valente

La fontana di Messer Oto

La fontana di Messer Oto fu costruita tra il 1313 e il 1314, dopo che il re Roberto I d’Angiò concesse alla città il privilegio con il quale si consentiva di avere le fontane nel centro abitato. Domina la fontana un imponente leone in pietra di origine romana.

Venosa (Potenza) – fontana di Messer Oto 1313 – foto di Alfredo Valente

La fontana Angioina o dei Pilieri

Si trova nel luogo dal quale, fino al 1842, si accedeva alla città attraverso la porta cittadina detta appunto “fontana”. Alle sue estremità sono posti due leoni in pietra provenienti dalle rovine romane.

Venosa (Potenza) – fontana angioina o dei Pilieri XIII secolo – foto di Alfredo Valente

Catacombe Ebraico – Cristiane

Il complesso catacombale, scoperto nel 1853, è costituito da gallerie e da cunicoli ipogei.

Le catacombe ebraiche di Venosa sono scavate nel tufo granulare vulcanico della collina “La Maddalena”, situata ad un paio di Km dalla città di Venosa.

In fondo alla galleria principale delle catacombe si segnalano numerose epigrafi (43 del III e del IV secolo) in lettere dipinte di rosso o graffite tra cui 15 in lingua greca, 11 in lingua greca con parole ebraiche, 7 in lingua latina, 6 in lingua latina con parole ebraiche, 4 in lingua ebraica, e altre 4 sono in frammenti.

Le tombe finora identificate sono 590. Le catacombe di Venosa si presentano come una rete di cunicoli sotterranei organizzati intorno a tre corridoi principali da cui si diramano una serie di piccoli vani laterali. Nelle pareti dei corridoi laterali si trovano piccole nicchie e loculi (cubicula) oppure grotte di dimensioni più ampie che ospitano più sepolcri, sormontate da un arco che poteva essere intonacato o affrescato (arcosolium).

Venosa (Potenza) – Catacombe Ebraico–Cristiane – foto di Alfredo Valente

Come si arriva a Venosa


DA NORD
Da Foggia: S.S. 655, Foggia – Matera, (Bradanica), uscire a Venosa est, poi SP 109.

Dal litorale tirrenico: A16 Napoli – Canosa, uscire a Candela, poi prendere la S.S. 655 Foggia – Matera ed uscire a Venosa est, poi SP 109.

DA SUD

Dal litorale ionico: S.S. Ionica 106, uscire a Metaponto. S.S. 407, Metaponto – Potenza, (Basentana) ed immettersi sulla S.S. 658, Potenza – Melfi. Uscire allo svincolo per Barile e seguire le indicazioni per Venosa.
da Potenza: S.S. 658 Potenza – Melfi. Uscire allo svincolo per Barile e seguire la segnaletica per Venosa.

vedi anche