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Le catacombe ebraiche di Venosa (Potenza)

by in4dcen8

La presenza ebraica nella città risale forse all’epoca della diaspora iniziata dopo la conquista di Gerusalemme e la distruzione del Tempio, avvenuta nel 70 d. C. ad opera di Tito.

A circa un chilometro a nord del centro abitato di Venosa, all’interno della collina della Maddalena sono presenti delle cavità ottenute scavando nella pietra tufacea.

Catacombe ebraiche di Venosa – foto di Alfredo Valente

Sono catacombe ebraiche, costruite dalla comunità ebraica venosina per custodire le spoglie dei membri della comunità stessa. Le catacombe di Venosa sono un’importante testimonianza del culto dei morti nella colonia ebraica dell’antica città romana tra i secoli IV e VI d.C.

La scoperta ufficiale delle catacombe avvenne nel 1853, quando venne alla luce il primo complesso di catacombale, scavato nel fianco meridionale della collina, anche se altre fonti ne davano notizia già dal 1584.

Le catacombe consistono in una rete di cunicoli sotterranei organizzati intorno a tre corridoi principali dai quali si diramano una serie di piccoli vani laterali, per i bambini.

Catacombe ebraiche di Venosa – foto di Alfredo Valente

Le pareti dei corridoi laterali sono occupate da piccole nicchie e loculi (cubicula) o si aprono in grotte di dimensioni più ampie che ospitano più sepolcri, sormontate da un arco che poteva essere intonacato o affrescato (arcosolium).

Nel 1974, in seguito a nuove ricerche, fu scoperto un settore prima sconosciuto. In esso spicca un arcosolio,

Catacombe ebraiche di Venosa – fonte Comune Venosa.PZ

una nicchia a forma di arco, riccamente affrescato, recante i simboli della religione ebraica quali la menorah, il candelabro a sette braccia, affiancata a destra dallo shofar, il corno, e dal lulav, la palma, ed a sinistra dall’etrog, il cedro, e da una fiala d’olio. L’accesso a questo settore è stato interessato da un crollo.

Un saggio di scavo condotto nel 1981 ha restituito un’altra porzione di catacombe, che si andava così ad aggiungere ad altre, scoperte negli anni 1972-1974, alcune delle quali cristiane, a dimostrazione della convivenza pacifica delle due comunità religiose.

Un tempo questi numerosi complessi catacombali avevano con ogni probabilità dimensioni più ristrette di quelli che si presentano oggi come corridoi comunicanti. La natura estremamente friabile della roccia, infatti, ha modificato sostanzialmente la conformazione originale del sito in seguito a sismi e frane,

Catacombe ebraiche di Venosa – foto di Alfredo Valente

ma poi le catacombe sono state per una parte riaperte al pubblico dopo anni di lavoro di consolidamento e di restauro.

Catacombe ebraiche di Venosa – foto di Alfredo Valente

Le oltre 75 iscrizioni funerarie provenienti dalle catacombe, datate dal IV al IX sec. d.C
ci restituiscono quello che è stato definito: «il migliore spaccato della società ebraica meridionale fra tarda Antichità e alto Medioevo» e ci consentono di avere un’immagine piuttosto dettagliata sull’organizzazione interna della comunità ebraica venosina.

Le lingue usate nelle iscrizioni della grande catacomba sono la greca, la latina e l’ebraica, e a tali lingue e culture appartiene anche l’onomastica dei defunti.
Molti epitaffi sono bilingui, ma mentre vicino all’’ingresso sembra esclusiva la lingua greca, man mano che si procede verso l’interno il latino si alterna al greco sino a prevalere nettamente.

I testi delle iscrizioni superstiti offrono un’immagine abbastanza ricca dell’organizzazione comunitaria. Vi compaiono, infatti, l’arcisinagogo, i gherusiarchi, uno dei quali è anche archiatra, un didascalo, i presbiteri, i padri (patres) ed il padre dei padri (pater patrum). Quest’ultimo titolo indicava forse una specie di decano o uno dei patres più benemeriti, benefattori della comunità. Circa i rapporti degli ebrei venosini con la città, due iscrizioni della “catacomba nuova”, databili alla fine IV- inizi V sec., attribuiscono a due di essi, Aussanio e Marcello, il titolo di “patrono”, conferito a ricchi e influenti personaggi della città o del municipio, onorificenza poi interdetta agli ebrei nella prima metà del V secolo.

Tuttavia di questa fiorente comunità ebraica non è stata ritrovata la sinagoga né si hanno testimonianze sulla sua ubicazione nel tessuto urbano.

Sito visitabile previa richiesta scritta alla sede di Venosa.
Modulo di richiesta di accesso disponibile presso la sede.
Per informazioni: Tel. 0972/36095

Indirizzo: Strada Provinciale 18 (Ofantina), 85029 Venosa PZ

Come arrivare a Venosa

da NORD
Da Foggia: S.S. 655, Foggia – Matera, (Bradanica), uscire a Venosa sud.
Dal litorale tirrenico: A16 Napoli – Canosa, uscire a Candela, poi prendere la S.S. 655 Foggia – Matera ed uscire a Venosa sud.

da SUD
Dal litorale ionico: S.S. Ionica 106, uscire a Metaponto.S.S. 407, Metaponto – Potenza, (Basentana) ed immettersi sulla S.S. 658, Potenza – Melfi.Uscire allo svincolo per Barile e seguire le indicazioni per Venosa.
Da Potenza: S.S. 658 Potenza – Melfi. Uscire allo svincolo per Barile e seguire la segnaletica per Venosa.
Da Bari e dintorni: S.S. 98, all’altezza di Canosa di Puglia, prendere la S.S. 93 Canosa – Lavello e seguire le indicazioni per Venosa.

fonti: https://www.regione.basilicata.it/; www.comune.venosa.pz.it

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