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Museo archeologico nazionale del melfese – Melfi (Potenza)

by in4dcen8

Il Museo è intitolato all’archeologo Massimo Pallottino (1909-1995), tra i maggiori specialisti dell’Italia preromana, unanimemente considerato il fondatore della moderna etruscologia.

Ubicato all’interno del castello federiciano di Melfi, il Museo presenta l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio del Vulture-Melfese. All’età arcaica risalgono i corredi funerari che hanno restituito raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, armature in bronzo,

Museo archeologico nazionale del melfese – foto di Alfredo Valente

preziosi ornamenti in argento, oro e ambra nonché vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

Museo archeologico nazionale del melfese – foto di Alfredo Valente

La sezione classica è incentrata su straordinari reperti di IV-III secolo a.C. tra cui ceramiche magno-greche a figure rosse e monumentali vasi a decorazione policroma con figure applicate, di produzione canosina, rinvenuti a Lavello (l’antica Forentum).

Museo archeologico nazionale del melfese – foto di Alfredo Valente

Il Sarcofago di Rapolla
La fase romana è documentata da un eccezionale sarcofago in marmo, il Sarcofago di Rapolla così denominato dal luogo in cui avvenne il ritrovamento, nel 1856, lungo il tracciato dell’antica via Appia a pochi chilometri da Melfi.

Sarcofago di Rapolla – cover – by musei.beniculturali.it

Esso presenta decorazione a rilievo, riferibile a botteghe dell’Asia Minore che presenta sul coperchio la defunta “dormiente” e sulle lastre laterali dei ed eroi romani inquadrati in nicchie
È in marmo bianco e di proporzioni imponenti (altezza 1.80 m, lunghezza 2.50 m, larghezza 1.20 m), opera di maestranze dell’Asia Minore.

Sul coperchio una giovane donna di bell’aspetto giace distesa sul suo letto, raffigurata come se fosse addormentata.

Museo archeologico nazionale del melfese – Sarcofago di Rapolla- dettaglio – foto di Alfredo Valente

Ai suoi piedi un cagnolino, di cui rimangono solo le zampe. Vicino al capo si trova un amorino con in mano un festone di fiori e nell’altra mano una fiaccola rivolta verso il basso, in un atteggiamento che nell’iconografia funeraria romana allude alla morte. L’acconciatura, tipica delle donne vissute all’epoca degli imperatori della dinastia Antonina, ha permesso di datare il monumento in epoca romana e più esattamente alla seconda metà avanzata del II secolo d.C.
Nella parte alta del sarcofago un fregio di tritoni e mostri marini fa da cornice alla parte sottostante dove, all’interno di una ricca ripartizione architettonica a tempietti sorretti da colonne scanalate, si trovano alcune divinità ed eroi classici.

Indirizzo
Via Normanni – Castello Federiciano 85025 Melfi
Orari
Lunedì 14.00 – 20.00. Martedì-Domenica 9.00 – 20.00
Situazione Emergenziale Aperture :
Aperture Attive
Informazioni
drm-bas.museomelfi@beniculturali.it
Tel: +39 0972 238726
Chiusura: Lunedì mattina
Intero: 2,50 € Ridotto: 2,00 €

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