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Tursi (Matera), un gioiello da scoprire tra i calanchi, gli insediamenti arabi, le chiese e i siti archeologici

by in4dcen8

Tursi è un paese di poco meno di 5000 abitanti con un vasto territorio che si estende per oltre 16000 ettari. L’abitato sorse su una collina a 243 m s.l.m., ma col tempo si è esteso lungo la pianura sottostante e oggi ha una conformazione molto particolare.

Tursi tra i suggestivi calanchi e le origini di Albino Pierro, poeta dialettale

Il terreno circostante è argilloso; un notevole impatto paesaggistico è dovuto ai calanchi che con l’erosione nel tempo hanno assunto forme davvero bizzarre. Tursi dista poco meno di 20 km dalla costiera jonica.

Soprattutto il borgo antico (Rabatana), risalente al V sec. d.C., sta diventando sempre più un’attrattiva turistica grazie anche ai numerosi progetti di restauro. Tursi va anche ricordato per aver dato i natali ad Albino Pierro, noto poeta dialettale più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, qui nato nel 1916 e morto a Roma nel 1995.

Il nome del paese forse deriva da Turcico, dal nome del suo probabile fondatore, trasformato in Tursikon e poi in Tursi, oppure da turris, con riferimento alla torre del castello.

Tursi (Matera) – foto by Kipling Lara

Cenni storici e l’origine di Tursi

L’origine di Tursi è molto antica. L’opinione più comune è che Tursi abbia avuto origine intorno ad un castello, costruito dai Goti verso il IV o il V secolo, ad opera dei fuggiaschi della vicina Anglona, distrutta dagli stessi Goti. Un villaggio agricolo esisteva già in epoca romana, come è dimostrato dai continui rinvenimenti di tombe e monete.

Il primo nucleo abitativo sorto attorno al castello con l’arrivo degli Arabi, che ne fecero una roccaforte per il controllo della costa Jonica, prese il nome di Rabatana.

Verso l’anno Mille Tursi era già una città popolata ed importante sia per la sua posizione strategica che per la fertilità del suo territorio, tanto che i Bizantini la scelsero come capoluogo di uno dei tre Themi in cui divisero l’Italia meridionale. Del X secolo è anche l’istituzione della cattedra vescovile.

Successivamente sotto Normanni, Svevi e Angioini, continuò l’incremento demografico e a metà del ‘500 raggiunse l’apice della crescita: contava quasi 11.000 abitanti ed era la città più popolosa della Basilicata con importanti attività commerciali e agricole.

Tursi fu anche capoluogo di Basilicata nel 1642 e nel secolo successivo uno dei quattro ripartimenti in cui venne divisa la Regione. Verso la fine del XVII secolo iniziò un lento ma inarrestabile calo demografico dovuto soprattutto alla peste che nella sola Tursi provocò circa 3.000 morti.

Verso la fine del ‘700 e per tutto il secolo successivo divenne importante per l’economia di questo centro la coltura del cotone.

Dal 1870 iniziò l’imponente fenomeno dell’emigrazione che fino al 1911 vide ben 1.905 tursitani lasciare la propria terra diretti verso le Americhe. Un altro esodo migratorio avvenne nel secondo dopoguerra.

Gli insediamenti arabi

Nel corso dei secoli IX e X da Bari, sede di un emirato arabo dall’847 all’871, gli Arabi si spinsero all’interno dell’Italia meridionale per compiere saccheggi e catturare prigionieri da vendere come schiavi nei centri dell’impero islamico.

Gli stanziamenti arabi furono consistenti e di lunga durata in molti centri del medio bacino del Bradano e del Basento, nel Basso Potentino e nella Val d’Agri. Le numerose tracce architettoniche che ancora si possono trovare in molti centri storici e le tracce linguistiche nei dialetti locali, fanno ritenere che non si trattò esclusivamente di insediamenti militari, ma di vere e proprie comunità articolate dove un ruolo di rilievo era svolto da mercanti ed artigiani.

Tursi (Matera) – Rabatana foto by Kipling Lara

Le tracce degli insediamenti arabi sono ancora perfettamente visibili a Tursi, a Tricarico e a Pietrapertosa: sono quartieri che per tradizione vengono chiamati col nome di Rabatana o Rabata, richiamando il termine ribat (in arabo: luogo di sosta o anche posto fortificato). L’abitato è diviso in due da una stretta strada principale, l’araba shari, da cui si dipartono le vie secondarie (darb), che si intrecciano tra loro e si concludono in vicoli ciechi (sucac).

La Rabatana di Tursi coincide con la parte più alta dell’abitato altomedievale. L’intrico edilizio che ancora caratterizza questo quartiere era dominato dalla presenza del castello gotico, di cui attualmente restano poche tracce.

Tursi (Matera) – foto by.M.G.

Il castello di Tursi

Era costruito su due piani e aveva due torri cilindriche a tre piani. L’ingresso era regolato da un ponte levatoio.

Scavi archeologici, in contrada Castello, hanno portato alla luce scheletri, tombe, monete, frammenti di anfore e palle ogivali di piombo recanti la scritte EIETHIDE (greca) e APNIA (latina). Queste opere sono esposte nel Museo archeologico nazionale della Siritide di Policoro.

Chiese e architetture religiose

Nel cuore della Rabatana sorge la Chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore. All’interno vi è una catacomba di struttura gotica dove sono presenti scritture sacre. Gli affreschi del XVI secolo sono riconducibili anche ad allievi della scuola giottesca. All’interno si trova un bel presepe in pietra del XV sec..

Tursi (Matera) – Chiesa di Santa Maria Maggiore

Cattedrale dell’Annunziata

Nel centro della città, è stata eretta nel XV secolo ampliando una chiesa preesistente che tuttora costituisce la sacrestia.

Santuario di Santa Maria Regina di Anglona

E’ un antico santuario mariano, si trova su di un colle a 263 m s.l.m., nella frazione di Anglona, a metà strada tra Tursi e Policoro. Dal 1931 è monumento nazionale.

Chiesa di San Filippo Neri

Datata 1661, di stile barocco è dedicata al santo patrono della città. L’edificio ha tre navate e conserva pregevoli opere dell’artista tursitano Francesco Oliva, tra cui un quadro del Santo. San Filippo Neri fu acclamato protettore di Tursi durante il Seicento, mentre nella città imperversavano la peste e il colera.

Chiesa di Santa Maria Maggiore
Situata nel rione Rabatana, fu costruita nel IX – X secolo ad opera dei monaci basiliani.

Chiesa di San Michele Arcangelo, risale al X secolo. Nel 1060 vi ha avuto luogo il sinodo dei vescovi. Fino al ricoprì il ruolo di cattedrale, che da quella data passò alla Cattedrale dell’Annunziata.

Ex convento di San Francesco d’Assisi

Risale al XV secolo ed è sito sulla collina omonima. Nel Seicento divenne seminario di tutte le arti liberali. Sin dalla sua fondazione aveva accolto un noviziato, un professorato ed uno studio di filosofia.

Nel XIX secolo i frati cominciarono a diminuire fino a quando nel 1894 il convento fu adibito a cimitero. Nel 1914 venne definitivamente chiuso tranne la chiesetta interna che fu utilizzata fino agli anni cinquanta.

Tradizioni e folclore

La tradizione più viva è la Festa della Madonna di Anglona, l’8 settembre. La domenica dopo Pasqua la statua settecentesca della Madonna viene portata a spalla per un percorso di oltre 10 km dal santuario di Anglona alla cattedrale dell’Annunziata di Tursi e il 1º maggio nel tragitto inverso.

La sera del 18 marzo è tradizione bruciare le frasche raccolte nei campi durante le potature creando così grandi falò.
Dagli anni settanta nel periodo natalizio viene allestito il presepe vivente di Tursi tra i vicoli del rione Rabatana.

Siti archeologici

Scavi archeologici eseguiti in Basilicata, nei pressi di Anglona e nei pressi di Policoro, hanno riportato alla luce numerose opere oggi custodite nel Museo archeologico nazionale della Siritide di Policoro, attestanti l’esistenza di insediamenti risalenti al 3000 a.C.

Il sito archeologico di valle Sorigliano

Ubicato nei pressi di Anglona ha portato alla luce una necropoli dell’età del ferro. Nella stessa zona sono state scoperte anche tombe a cumulo risalenti all’VIII secolo a.C. e alcune necropoli ellenistiche e romane che custodivano ricchi corredi.

Il sito archeologico nei pressi di Anglona

Ha portato alla luce un’acropoli di origine bizantina, che sarebbe stata costruita sulle rovine dell’antica città di Pandosia. Sulla collina e ai piedi del versante nord sono stati rinvenuti busti della dea Demetra e statuette della Sfinge alata.

Il corredo rinvenuto in una tomba, fra cui una collana di pasta vitrea, diversi anelli, due orecchini con pendagli a piramide in oro di stile tarantino e un’anfora fa datare la tomba al III secolo a.C.. Gli ori e le monete di argento rinvenuti negli strati inferiori del santuario campestre dedicato al culto di Demetra risalgono alla metà del IV secolo a.C.

Il sito archeologico di Cozzo San Martino

E’ ubicato a sud del castello. In una necropoli sono stati rinvenuti alcuni reperti dell’età del bronzo.

Eventi annuali a Tursi

Ogni anno tra agosto e settembre in onore del poeta tursitano si tiene il premio Pierro, gara regionale di poesia dialettale.

Tra luglio e agosto si svolge la manifestazione le vie dell’arte dove vengono esposte opere di artisti locali.

Qui hanno luogo varie manifestazioni folcloristiche tra le quali, in dicembre, la rassegna interregionale del folclore.

Nel periodo Natalizio, dagli anni ’70, viene allestito il presepe vivente tra i vicoli del rione Rabatana.

Come arrivare a Tursi

In auto: per raggiungere Tursi in auto, si può prendere l’autostrada A2 del Mediterraneo (ex A3 Salerno- Reggio Calabria) prendendo l’uscita per Lauria Nord; da qui, prendere la SS106 fino all’uscita di Tursi.

In treno: la stazione ferroviaria piu’ vicina e’ quella di Policoro, denominata “Policoro – Tursi”. Per orari e informazioni: www.trenitalia.it

Per arrivare in bus a Tursi da Matera e da Policoro, è attiva la linea della ditta Grassani e Garofalo:
http://www.grassaniegarofalo.it/Orari.html

Bus e trasporto pubblico locale di Tursi: Tursi è servita dagli autobus della ditta Rabite Bus, che effettua le seguenti linee: Tursi – Rabatana (Ponte), Tursi – Anglona, Tursi – Rabatana (via San Rocco), Tursi – urbano – cimitero, Tursi – Panevino, Tursi – Caprarico Consigliamo di contattare Rabite Bus per verificare orari e aggiornamenti: https://www.rabitebus.it/orari-tpl/ – Tel. +39 0835533012 – Pagina Facebook https://www.facebook.com/rabite.servizituristici

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